domenica 20 gennaio 2013

La grandezza ossea è proporzionale a quella muscolare


Di seguito riporteremo gli studi condotti dalla Interlational Osteporosis Foundation e dal Dottor Helmut W. Minne.

Le ossa contribuiscono a trasformare la potenza muscolare in movimento direzionale. Il ghepardo è in grado di raggiungere velocità incredibili, mentre le specie prive di scheletro,come alcuni tipi di chiocciole o bruchi, possono muoversi solo strisciando.

Tuttavia, mentre le ossa portano vantaggi enormi, devono anche essere delle dimensioni giuste:non ha alcun senso avere dei muscoli possenti e poi avere delle ossa piccole che possono spezzarsi con facilità. Fortunatamente, l’evoluzione ha fatto sì che l’ingrandimento e il potenziamento dei nostri muscoli corrisponda sempre ad un irrobustimento delle ossa, proprio per fare in modo che siano adeguatamente resistenti: questo vale per gli essere umani, ma anche per microscopici insetti o giganteschi dinosauri.
Durante la crescita, i nostri muscoli si ingrandiscono ed anche le nostre ossa. Se aumentiamo la potenza muscolare, le nostre ossa diventano più forti. Muscoli più forti corrispondono ad ossa più resistenti: tutto qui.
Sfortunatamente, l’osteoporosi è una malattia che porta ad una riduzione della massa ossea e ad un deterioramento della struttura ossea. L’osteoporosi rende le ossa fragili, il che favorisce
possibili fratture. A loro volta le fratture, essendo dolorose, possono limitare seriamente la nostra vita quotidiana riducendo la mobilità(6). Una minore mobilità, a seguito di una frattura dovuta all’osteoporosi o semplicemente al
fatto che non facciamo moto, porta ad un uso insufficiente dei muscoli: l’inattività provoca una diminuzione nella produzione di nuovo tessuto osseo sano. Di conseguenza, muscoli deboli equivalgono ad ossa fragili.
Inoltre, se usiamo meno la nostra muscolatura, anche il controllo che il nostro sistema nervoso
esercita sui muscoli comincia a venire meno: a questo punto, i nostri riflessi non sono efficaci
come dovrebbero essere e diventa più facile inciampare o cadere. Se non esercitiamo i nostri
muscoli, rischiamo di cadere più facilmente e, quindi, aumenta anche il rischio di fratture.
Tutto questo giustifica il principio secondo cui migliorare la potenza e la funzione muscolare,
fa bene alle nostre ossa. L’attività fisica sviluppa una muscolatura forte e, di conseguenza,
anche un’ossatura resistente; inoltre migliora il controllo muscolare, l’equilibrio, la coordinazione
e riduce il rischio di cadute e relative fratture.
A prescindere dall’età, tutti dovrebbero fare un po’ di moto per rafforzare la muscolatura.
Tutto questo porterà dei benefici notevoli per:
I giovani – perché li aiuterà ad avere muscoli più forti
Gli adulti – perché li aiuterà a proteggere le proprie ossa
Gli anziani – perché li aiuterà a prevenire la perdita ossea e le fratture


Le ossa che formano lo scheletro sono costituite da
tessuto vivente che si rinnova continuamente nell’arco
della nostra vita. Il nostro scheletro, per rinnovarsi
e mantenersi forte, ha bisogno di essere stimolato
regolarmente attraverso l’attività fisica.
Le ossa sono composte da un minerale di calcio, il
quale determina la loro resistenza e il loro colore
bianco. Il calcio è inserito all’interno in una rete
proteica di collagene piuttosto fibrosa che conferisce
una certa flessibilità alle ossa. Il tessuto osseo non è
del tutto compatto, ma è costituito da una struttura
a nido d’ape all’interno di uno spesso strato esterno
più solido. Questa struttura efficiente produce la
massima resistenza, senza rendere le ossa troppo
pesanti.
La struttura interna a nido d’ape dell’osso fornisce
un’ampia superficie ricoperta da cellule ossee, le
quali rinnovano costantemente il tessuto secondo un
ciclo ben preciso di distruzione e ricostruzione chiamato
“ricambio (o rimodellamento) osseo”. Tale
processo garantisce la sostituzione di osso vecchio
con osso nuovo e sano, la riparazione di qualsiasi
zona danneggiata ed il mantenimento di ossa forti.
Lo stesso processo di ricambio consente all’osso di
aumentare la propria resistenza come reazione a
carichi superiori (per esempio, durante l’attività fisica)
– oppure di ridurla se i carichi diminuiscono.
Le ossa dovrebbero essere usate regolarmente, altrimenti
possono deteriorarsi: proprio come avviene
nel caso dei muscoli quando non vengono utilizzati.
Per mantenersi forti, le ossa hanno bisogno di diverse
sollecitazioni frequenti e di breve durata (per
esempio, alcune normali attività quotidiane come
camminare e salire le scale), mentre devono essere
sottoposte a sollecitazioni più intense (attività fisica)
per diventare ancora più forti




Uno dei modi migliori per sviluppare e
preservare la forza delle nostre ossa è
rappresentato dall’attività fisica.
Attualmente, sappiamo che in tutto il mondo l’osteoporosi
colpisce una donna su tre ed un uomo su cinque
nella popolazione sopra i 50 anni (7-9). Nonostante questo
dato, l’introduzione di misure volte a prevenire la perdita
graduale di tessuto osseo, soprattutto cambiando lo stile
di vita, non è troppo diffusa: la gente, infatti, non si
rende conto di poter fare molto per mantenere le proprie
ossa sane e forti. Però esistono dei comportamenti che
chiunque può attuare per ridurre il rischio di osteoporosi.
Circa negli ultimi venti anni, gli operatori medico-sanitari
si sono resi conto che uno dei modi migliori per sviluppare
e mantenere un’ossatura sana è rappresentato dall’attività
fisica. Proprio come i muscoli, le ossa reagiscono
quando vengono “sollecitate”, in altre parole, quando
sono costrette a sopportare un peso maggiore di quanto
non facciano abitualmente. Questo può essere realizzato
attraverso esercizi con sovraccarichi o “ad impatto” come
camminare, correre, sollevare pesi, saltare o ballare. Attività cosiddette “a basso impatto” o “senza sovraccarichi”,
come il ciclismo o il nuoto, non comportano lo
stesso carico a livello osseo, ma sono comunque eccellenti
per promuovere un buono stato di salute e potenziare i
muscoli.
Un programma bilanciato di attività fisica regolare può
essere di aiuto nel prevenire l’osteoporosi, le fratture associate
e favorire la riabilitazione: questo principio vale per
tutti, e non solo per le persone al di sopra dei 40 anni.
E il motivo è il seguente:


L’attività fisica sviluppa le ossa
dei bambini
Una casa rimarrà in piedi più a lungo se le sue fondamenta
sono solide. Analogamente, la salute delle ossa dipende
dalla loro struttura di partenza.
La maggior parte delle persone raggiunge il loro “picco di
massa ossea” tra i 20 e i 30 anni: è il periodo in cui le
ossa acquisiscono la massima densità e resistenza. Una
volta raggiunto tale valore massimo, la densità ossea si
mantiene costante durante l’età adulta, per poi iniziare a
diminuire successivamente. In passato, i medici ritenevano
che il raggiungimento di questo valore massimo dipendesse
soprattutto da fattori dietetici, come un apporto sufficiente
di calcio, e dall’esposizione solare, necessaria per la
produzione di vitamina D da parte della pelle. La vitamina
D è indispensabile per assorbire il calcio presente negli alimenti,
per il corretto funzionamento del tessuto osseo e,
quindi, per mantenere le ossa forti.
Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che, per gettare le
fondamenta ossee su cui poter costruire per tutta la vita, il
moto ha la stessa importanza dell’alimentazione. Questo
vale durante tutta l’infanzia e l’adolescenza, ma soprattutto
nel periodo di accrescimento rapido che avviene durante
la pubertà(10).
In Finlandia, per esempio, Marjo Lehtonen-Veromaa e
collaboratori hanno dimostrato che le ragazze che fanno
più moto sviluppano circa il 40% in più di massa ossea
rispetto alle ragazze della stessa età, però meno attive(11).
Questa quantità di osso in più contribuisce al raggiungimento
del “picco di massa ossea” e dovrebbe rappresentare
un vantaggio per le ragazze più attive con il passare
degli anni.



Nelle ragazze, il tessuto osseo
accumulato tra gli 11 e i 13 anni è
circa uguale al quantitativo perso nei
30 anni successivi alla menopausa.(12)
L’australiano Ego Seeman, insieme ad alcuni colleghi
europei, ha studiato un gruppo di ginnaste composto da
ragazze giovani e da donne di mezza età e ha scoperto
che non solo le ginnaste prepuberi avevano una maggiore
probabilità di avere una migliore densità minerale
ossea, ma anche che, più in là nel tempo, le ossa delle
donne dedite all’attività ginnica erano molto più denserispetto a quelle delle donne sedentarie(13). Secondo un
altro studio, i ragazzi che praticavano quotidianamente
un’attività fisica intensa presentavano una superficie ossea
del 9% maggiore rispetto ai ragazzi meno attivi(14).
Morale della favola: non è mai troppo presto (ma neppure
troppo tardi, come vedremo in seguito) per iniziare a
rafforzare il più possibile le nostre ossa.
L’attività fisica protegge le ossa
degli adulti
Abbiamo visto come l’attività fisica possa contribuire allo
sviluppo osseo dei giovani, ma anche a proteggere le ossa
degli adulti. L’esempio più drammatico in questo senso
viene da una fonte ultraterrena: lo spazio. Quando cosmonauti
e astronauti hanno viaggiato per la prima volta oltre
l’atmosfera terrestre, i medici sulla terra attendevano con
impazienza il loro ritorno per vedere quali effetti avesse
avuto l’assenza di gravità sul loro organismo. La prima e
più evidente conseguenza fu che i muscoli si erano atrofizzati,
ma ben presto si resero conto che lo stesso era avvenuto
alle loro ossa (15).
In assenza di gravità, i muscoli non devono lavorare come
al solito per aiutarvi a stare seduti, alzarvi in piedi o sollevare
qualcosa: l’organismo reagisce a questa situazione
utilizzando solo i muscoli che si rivelano essenziali. Il
destino degli astronauti è simile a quello dei pesisti che
hanno smesso l’attività: il tessuto muscolare che non è più
necessario si consuma e con esso, a volte, anche le ossa.

L’attività fisica ed il mantenimento del
tessuto osseo sono legati
indissolubilmente.
Oggi abbiamo una migliore comprensione del rapporto
tra densità ossea e massa muscolare. Sappiamo che non
possiamo dipendere unicamente dalla forza di gravità per
fornire la stimolazione meccanica necessaria per lo sviluppo
osseo ed evitare l’atrofia: anche l’attività fisica svolge
Forse l’esempio più evidente di questo fenomeno è rappresentato
dai cosiddetti astronauti terrestri, cioè persone che
hanno trascorso lunghi periodi sdraiati a letto. Come
parte di uno studio sugli effetti dei viaggi spaziali di lunga
durata, Dieter Felsenberg, della Libera Università di
Berlino, ed alcuni collaboratori, tra cui scienziati dell’Ente
Spaziale Europeo, hanno studiato cosa accade quando
viene impedito a giovani volontari sani di usare i loro
muscoli per lunghi periodi di tempo.
I “terranauti” trascorrono mesi sdraiati, senza muoversi.
Quando finalmente si alzano dal letto, devono affrontare
numerosissimi inconvenienti: muscoli indeboliti, impossibilità
di saltare e perdita di tessuto osseo. Secondo
Felsenberg, perdono fino al 15% della loro densità minerale
ossea durante un “viaggio spaziale” della durata di
soli tre mesi.

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